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La testimonianza di Michele Pittacolo
6 dicembre 2021
evento

Affascinati dalla storia di Michele Pittacolo, pluricampione del mondo, bronzo alle paralimpiadi di Londra 2012 e atleta della nazionale di ciclismo paralimpico, abbiamo deciso di supportarlo verso i prossimi traguardi.

Michele è sicuramente il simbolo della determinazione, della tenacia e della grandissima forza di volontà che diventa un esempio da seguire nel ciclismo e nella vita. Una storia dura lo ha portato ad affrontare momenti difficili, dai quali ha saputo rialzarsi con una grandissima forza di volontà.

Michele consuma regolarmente i Fusilli e Sedanini ‘30-70’ nella sua preparazione atletica. Abbiamo ideato questo prodotto per rispondere alle esigenze di chi persegue il Benessere e crede nel valore dell’alimentazione per una vita sana. Le sue particolari caratteristiche lo rendono particolarmente indicato anche per chi pratica sport.

Ringraziamo Michele che ha deciso di condividere la sua esperienza e ci ha gentilmente lasciato il suo parere di atleta:

Conosco e ho inserito la “pasta” 30-70 nella mia dieta da circa due anni e i benefici li ho sentiti fin da subito.  Il loro contenuto di Omega-3, Proteine e Fosforo, e il basso indice glicemico dei loro componenti sono l’ideale per la mia preparazione atletica. Questa “pasta” è perfetta pre e post allenamento anche per la sua digeribilitàUtilizzo i Fusilli e i Sedanini ‘30-70’ come alimento quotidiano durante i periodi di intensa preparazione degli appuntamenti più importanti”.

Ecco la sua storia:

“Sono nato il 5 settembre 1970 a Udine.
Ho iniziato l’attività ciclistica nel 1983 con il Velo Club Latisana e dal 1989 sono passato ai dilettanti. Fino al 1995 in sette anni di dilettante ho portato a casa 7 vittorie: la più importante in una gara open dilettanti-professionisti a Parenzo.
Dal ’96 ho iniziato con la mountainbike collezionando oltre 300 vittorie. (In tutto, al momento, le mie vittorie sono oltre 400!!).
Nel 2006 ho vinto il Campionato Italiano Strada Master 2.
Poi è successo quello che non avrei mai pensato potesse succedermi: il 12 settembre 2007 mentre ero in allenamento, un gravissimo incidente mi ha stravolto la vita. Settimane di terapia intensiva, ospedali, interventi chirurgici e di cure logoranti che hanno messo alla prova le mie certezze e tutto quello che ormai davo per scontato (anche solo fare una passeggiata o svolgere le attività più semplici). Adesso, in ricordo di quella giornata, ho una placca di titanio in testa, e la parte destra del cranio ricostruita in resina, grossi problemi alla mano destra, alla spalla sinistra, all’occhio sinistro, difficoltà di equilibrio e nel linguaggio… Grazie alla mia determinazione a non mollare mai e all’aiuto insostituibile di mia moglie, passo dopo passo, ho recuperato forze e, come rinato, ho ripreso a correre… per tutti, ma soprattutto per me, quasi un miracolo!
A luglio del 2009, dopo le visite di classificazione del CIP (Comitato Italiano Paralimpico), divento atleta paralimpico categoria CP4 (paralisi cerebrale) e vinco i primi due tricolori paralimpici su pista. Quindi la convocazione del CT Mario Valentini ai primi ritiri con la nazionale e poi ai Mondiali di Bogogno (NO) dove vinco 2 titoli mondiali: cronometro e strada. Incredibile!
A novembre dello stesso anno a Manchester (GB) vinco l’oro mondiale su pista nell’inseguimento individuale con Record del Mondo e il bronzo nel km da fermo. Non mi sembrava vero!!
L’anno 2010 continua con il 3° posto ai Mondiali su strada in Canada, con la vittoria della Coppa del Mondo su strada, 3 titoli tricolori (uno su strada e due su pista) e raggiungo il 2° posto nel ranking mondiale.
E la magia continua nel 2011… con il sacrificio e la serietà negli allenamenti, a settembre riconquisto il titolo di Campione del Mondo su strada a Roskilde in Danimarca, mi classifico 5° nel mondiale a cronometro, vinco due prove di Coppa del Mondo e la classifica finale su strada, 5 prove di Coppa Europa e 4 titoli italiani (strada, mountainbike e 2 su pista); 1° nel Ranking mondiale… una stagione da incorniciare!
… 6 settembre 2012, arriva finalmente l’appuntamento con il sogno, le Paralimpiadi di Londra: ce l’ho fatta! Sacrificio, allenamenti estenuanti, la concentrazione e la volontà hanno trasformato il sogno in un meraviglioso e travolgente ricordo.
Ho tagliato il traguardo terzo: splendida e sofferta medaglia di bronzo…
Partito molto bene nel 2013 con nuove affermazioni internazionali, il 17 agosto di quell’anno è stata un’altra data cruciale per la mia vita. Mi trovavo in ritiro con la Nazionale a Rovere in Abruzzo, con testa e gambe pronte per l’imminente inizio della prova di Coppa del mondo in Canada, e, successivamente, dei Campionati del Mondo di Baie Comeau dove sarei partito da favorito. Durante uno degli ultimi allenamenti, una rovinosa caduta di gruppo mi ha messo ko, diagnosi infausta: frattura di tre vertebre D6 D7 D11. Sembrava la fine della mia carriera agonistica, ma dopo 33 giorni steso su un letto fermo immobile la mia forza mi ha spinto a nuove sfide. Mi sono dato da fare, ho lavorato duramente e sono ripartito. Di nuovo.
Senza citare il Maestro da Recanati, dopo la tempesta viene il sereno; con me funziona diversamente. Dopo un 2014 esaltante che mi ha visto iridato nella torrida Greenville in Sud Carolina per la quinta volta, la terza su strada, l’incubo. Per tutto il 2015 e metà stagione 2016 ho dovuto combattere contro il citomegalovirus ed è stato un tormento. Mi ha debilitato molto fisicamente e mi ha obbligato sempre a rincorrere una condizione che non arrivava mai.
Ho vinto solo qualche prova di coppa Europa e i campionati italiani in diverse specialità; nelle gare più importanti di coppa del mondo, anche la sfortuna, sotto spoglie di incidenti meccanici, c’ha messo lo zampino.
Poi un lampo, a Bilbao nel luglio 2016 sembrava tutto risolto, ho vinto bene la prova di coppa del mondo e i problemi fisici sembravano un lontano ricordo, uno dei tanti che ho dovuto superare. Invece, la doccia fredda; alle convocazioni per l’Olimpiade di Rio de Janeiro 2016, ero solo la prima riserva. Mi ha decisamente spiazzato, ma non mi sono né fermato né arreso. Anzi.
Con forti motivazioni nel 2017, ho vinto la prova di coppa del mondo, sulle strade di casa, a Maniago, poi, a un niente dall’ennesima vittoria, (bastava solo tagliare il traguardo) a settembre, ai mondiali su strada in Sud Africa, STOP. Come dico io, “si è spenta la centralina”. Quella testa che negli anni mi ha fatto superare tutti gli incidenti di percorso che la vita mi ha riservato, si è spenta. Basta. Tilt! Non sapevo più dov’ero, non mi rendevo conto di quello che stava accadendo, non mi sono nemmeno accorto di aver sbagliato percorso, me lo ha ricordato poi il CT. Black Out totale, nella gara più importante dell’anno! Bene no?
Questo, purtroppo, è uno dei problemi legati alla mia disabilità, uno dei tanti problemi con i quali devo confrontarmi ogni giorno, pedalando e non.
Al rientro dal Sud Africa, non stavo bene con me stesso, e ho deciso di rivolgermi al Dipartimento di Medicina Riabilitativa Gervasutta di Udine dove già ero stato in cura anni fa per il trauma cranico. In quella struttura ho incontrato specialisti meravigliosi, in particolare lo psicologo per i traumi cranici, che ha fatto con me, un lavoro strepitoso.
L’obbiettivo era rigenerare Michele come persona e arrivare ai mondiali 2018, che si sarebbero svolti a Maniago, in perfette condizioni fisiche e soprattutto mentali.
È stato un lavoro di costanza e impegno quotidiano; ho dovuto impegnarmi a fare le “ripetute” anche per la mente! Non sarebbe più dovuto succedere quello che era accaduto in Sud Africa, mai più!
La stagione 2018 inizia con la novità di una squadra creata apposta per me; la PittaBike, con il prezioso sostegno di generosi sponsor. Purtroppo, alla prima gara, l’11 marzo, una gran fondo per testare la mia condizione, appena superato il traguardo, ho impattato contro un mezzo in movimento sulla carreggiata: frattura di 8 costole a destra, pneumotorace, trauma cranico e lussazione della spalla destra!
La stagione e anche la mia carriera, avrebbero potuto chiudersi lì, alla prima gara!
Ma pochi mesi dopo ci sarebbero stati i mondiali in Friuli, a Maniago, sulle strade dove mi alleno ogni giorno. Dovevo reagire.
C’è una frase che mi piace ricordare: “non scopri quanto sei forte, fino a quando essere forte non diventa l’unica soluzione.”
Alcuni giorni di ricovero in ospedale a Ferrara, poi il trasferimento al nosocomio di Latisana. Ho fatto dei passi da gigante, sono tornato in bicicletta prima del previsto e a fine maggio ho vinto il campionato italiano crono nonostante una sofferenza atroce. Ma ho vinto e come l’araba fenice, Michele c’è, di nuovo! A luglio c’è la prova di coppa del mondo a Emmen, in Olanda. Sono andato fortissimo a crono e dopo 7 anni sono di nuovo sul podio, con un bronzo e un argento su strada! Questi risultati mi hanno dato consapevolezza che avevo lavorato bene ed ero pronto a fare un ottimo mondiale. E così è stato. 5 agosto 2018 Maniago: per la sesta volta campione del mondo, come un falco, in picchiata, nella mia Terra, sulle mie strade, fra la mia gente, nel mio amato Friuli.”